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giovedì 16 gennaio 2014

MOMA – MAV – MOMAV: i nastri, le reti

Sul finire degli anni Settanta, la diffusione delle audiocassette permise di allargare la concezione di "musica" e "musicista": chiunque possedesse un registratore a nastro e un po' di fantasia poteva agire da piccola etichetta indipendente di sé stesso e mettersi in contatto diretto con altri che, come lui, stavano sperimentando in modo ludico le potenzialità di questo mezzo: fu la nascita della cassette culture e del tape network, primo indiscusso risultato dell'unione fra musica e rete.
Ed eccoci ad oltre trent'anni dal momento di massima esplosione del tape network. Il paradigma della rete è arrivato alle masse, dando un ulteriore e definitivo colpo al sistema della musica.
Dall'avvento del web 2.0, siamo stati travolti da una cascata di musica indipendentissima che nessuno potrà mai più arrestare.
E c'è chi, come 
Hal McGee, ha vissuto entrambi i momenti ed è in grado, ad oggi, di unire intelligentemente l'approccio della cultura analogica del mangianastri a quello frenetico e immediato della rete digitale.
Il risultato è il 
MOMA - Museum Of Microcassette Art (sulla falsariga del MOMA newyorkese), un archivio di registrazioni su microcassetta che ha raccolto più di 120 adesioni da musicisti - e rumoristi - di tutto il mondo.
McGee, già autore del 
Microcassette Manifesto, ha provveduto ad inviare i nastri vergini a tutti gli aderenti al progetto, con la sola consegna di riempirli secondo il proprio gusto, provvedere ad una microcopertina il più creativamente possibile e riinviarli a lui per essere infine digitalizzati e pubblicati nel catalogo MOMA.
Sebbene queste indicazioni possano sembrare vaghe, l'operazione sembra avere delle modalità/finalità ben precise - mediumessaggio! - dettate dal mezzo di registrazione (microcassette recorder), quello di diffusione (web) e dal modo in cui è stato impostato tutto il lavoro:
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 godere della musica in quanto attività quotidiana, documentabile ma non circoscrivibile ad un prodotto
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 offrire la propria esperienza come dono ad una comunità, come dice lo stesso Hal McGee: "When an artist gives an album to the MOMA community, essentially they are giving a gift, which is in a sense, giving something of themselves as a being. A gift of this kind of personal art, which bears so much of the being of the artist, carries with it various obligations on the part of the persons who accept the gift".
Queste sono le ragioni per cui il MAV - Movimento per l'aRTE Vaporizzata è stato ben lieto di prendere parte all'iniziativa, e l'ha fatto con MoMAV, un nastro in cui il limite che separa vita e performance viene progressivamente dissolto: dalle improvvisazioni stradali elettroniche, elettroacustiche o anche puramente vocali del lato A, in cui è possibile godere di un Nembrini riverberato un Busatto sadochitarrista un Balice che picchia i cartelli un Saccoccio in dialogo coi motori e molto altro ancora, alla registrazione di buona parte del Rituale della Tensione Continua nel lato B, tenutosi nell'ambito del secondo Noise Fest veneziano, in cui ai nomi sopracitati si aggiungono Mattia Niero al mixaggio e Roberto Guerra declamatore di versi futuristi, dalle sue prime composizioni degli anni '80 a quelle più recenti.Museo dell'arte della microcassetta e movimento per l'arte vaporizzata: l'incontro di due testimonianze di ciò che può essere l'avanguardia oggi - interessante, a questo proposito, la discussione nata da una domanda di Hal alla MOMA community: "is MOMA dada?", questione ancora aperta nella quale si è delineata la voglia, da parte di alcuni, di proseguire nel proprio percorso con lo stesso spirito che un secolo fa alimentò dada.
MoMAV, MAV e MOMA: diversi livelli del fare rete, la medesima volontà vaporizzatrice.