L'individuo medio è abbastanza vivo e incoerente da rappresentare da solo una società eterogenea; ne consegue che non esiste nessun individuo medio. L'unica persona che merita questo titolo è un Mario Rossi qualunque il cui corpo è stato sminuzzato dai grafici delle statistiche, il cui volto si è appiattito sullo schermo, mentre il suo nome si sgretolava in una firma. Meriterebbe di essere preso a schiaffi, se solo esistesse.
La fallimentare società odierna, la società degli intenti insignificanti e del passatempismo idealizzato, è riducibile alla moltiplicazione dell'individuo medio per sé stesso, zero x zero.
L'educazione che riceviamo fin dalla nascita da scuole e mass media ha come fine ultimo l'appiattimento della persona, la trasformazione dell'individuo in uomo medio. Si noti come, nella vita quotidiana, questo appiattimento viene condito con termini luccicanti: ora sei maturo, responsabile, hai messo la testa a posto, viene detto a ragazzi che rinunciano a vivere. L'idiozia generale non permette nemmeno discriminazioni tra l'essere intelligenti e l'essere studiosi. L'uomo-massa si realizza nella ripetizione di frasi altrui, nell'edificazione di un senso morale nella norma o di un nichilismo qualunquista, nel raggiungimento di mezzi di sussistenza di cui potersi accontentare. Eccolo lì il nostro Mario Rossi, maturo, responsabile, studioso come vorrebbe il modello scolastico o inetto e ignorante come lo vorrebbe quello televisivo. La sua non-esistenza si estende a macchia d'olio, e prima di rendervi conto che il signor Rossi è un cannibale vi sarete già uniti al suo banchetto.
Ci si ritrova così ad abbandonare la ricchezza individuale per raggiungere un livello di “perfezione” del tutto omologante, e tu che senza sapere perché ti svegli di cattivo umore, cominci a nutrire sentimenti antisociali nell'ottusa convinzione che possano condurti ad una valida alternativa a tutto questo. Sbagli. La tua frustrazione è ben condivisa dai tuoi simulacri; continuerai a sopportare o ti emarginerai, e in ogni caso non costruirai nulla. Occorre operare una distinzione tra immensificazione dell'individuo e chiusura in sé stessi.
L'immensificazione individuale, da qualche anno a questa parte, è stata resa alla portata di tutti con l'avvento del web 2.0. La rete ci ha donato un paradigma nuovo, un modello che ha spazzato via quello imposto precedentemente. La società cannibale moderna, coi suoi individui “socialmente realizzati” o antisociali, sta riscontrando una seria difficoltà a perseverare efficacemente col suo sistema di autoconservazione. La gente si attiva, si aggrega e costruisce prospettive nuove; l'individuo viene valorizzato al massimo, nella sua eterogeneità: stiamo progressivamente mutando, divenendo finalmente uomini a mille dimensioni. C'è ancora molta dispersione in rete, è vero, ma non si può ignorare la crescita esponenziale del numero di creativi in via di detonazione.
Per liberarci in modo definitivo da vincoli e mortificazioni del nostro tempo, estenderemo il paradigma reticolare ad ogni livello di interazione sociale e processo di crescita individuale.
Non esiste limite che possa arginare la retarchia:
eleveremo a potenza le nostre vite, alla conquista dell'oltrizzonte.
ora sei maturo!
RispondiEliminaora sei responsabile!
ora hai messo la testa a posto!
ora sei MORTO!